Villa Apollonj

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domenica 25 marzo 2012

Martedì 28 febbraio - Presentazione nuovo libro di Simone Cristicchi


Simone Cristicchi il 28 febbraio 2012 alle ore 18,00, alla libreria Feltrinelli di Via Appia ha presentato il suo nuovo libro: “mio nonno è morto in guerra”. Presentazione affettuosamente accompagnata dal Prof. Teodonio, nostro Presidente. La loro collaborazione è iniziata attraverso la conoscenza dei testi di Elia Marcelli, opera di cui ci hanno parlato insieme in un precedente incontro per la nostra associazione, come già documentato.
Con altri soci della nostra Associazione ci siamo ritrovati quindi alla libreria Feltrinelli per la presentazione letteraria di un autore, cantautore, attore, che sta dimostrando una vera poliedricità nel suo fare arte e cultura. Non solo musica quindi.  Simone Cristicchi realizza il libro “Mio nonno è morto in guerra” per l’appunto, una raccolta di racconti che ha raccolto in giro per l’Italia intervistando uomini e donne che la seconda guerra mondiale l’hanno vissuta,  l’hanno subita e le sono sopravvissuti.
Ispiratore di questo libro, come ci raccontava lo stesso Simone, è stato suo nonno Rinaldo, che con i suoi rari racconti della Campagna di Russia e con il suo aver sempre freddo, anche in pieno agosto, ha sicuramente spinto, anche senza volerlo, il nipote a ricercare e raccontare “le storie minime dei protagonisti della seconda guerra mondiale” .
Si tratta di racconti brevissimi, ma molto toccanti, che bisogna leggere con calma, centellinarli per poterli assimilare con la necessaria serenità, non è un libro facile anche se è scritto in maniera semplice e discorsiva, sono racconti di gente semplice, fatti con un linguaggio di tutti i giorni, ma forse proprio per questo deve essere letto e assimilato a piccole dosi;
Il nostro Presidente ha presentato Simone e il suo ultimo libro con grande affetto ed emozione, emozione che traspariva anche nella voce dello steso Simone sia quando ha letto alcuni brani del libro, sia quando ha cantato, accompagnato dal pianoforte due brani, forse nuovi del suo repertorio.
Bravo Simone, ancora una volta ci hai stupito e ci hai regalato una “perla di saggezza” nel sottotitolo del libro
“Per non dimenticare cos’è la guerra in questi tempi di finta pace”




mercoledì 21 marzo 2012

Giovedì 23 febbraio 2012 - Ricordo di Ettore Apollonj

In occasione del 125° anniversario della nascita di Ettore Apollonj, l’Associazione a Lui intitolata,
istituita dagli eredi Apolloni, ha voluto celebrare tale ricorrenza ricordando una figura di grande
rilevanza nel campo delle Biblioteche italiane.

L’Istituto Nazionale per la Grafica, ha ospitato la manifestazione nella
prestigiosa Sala Dante di Palazzo Poli a Fontana di Trevi, il 23 febbraio 2012 alle ore 16,30, ricordando insieme ad altre personalità della cultura italiana un uomo che, oltre alla famiglia, ha
dedicato tutta la sua vita alle Biblioteche, ricoprendo alti incarichi nella Direzione Generale delle
Accademie e Biblioteche dalla costituzione avvenuta nel 1926 fino al 1950.

La Dott.ssa Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto Nazionale per la Grafica, ha aperto il pomeriggio con il suo saluto di benvenuto ai presenti e introducendo i relatori che hanno offerto ognuno un proprio ricordo personale.

Dopo la Dottoressa Fusco è intervenuto Il Presidente dell’Associazione Culturale Ettore Apolloni, Prof. Marcello Teodonio, che ha avuto una conoscenza diretta, essendo figlio del suo migliore amico;

Il Prof. Francesco Sisinni, già Direttore Generale dell’Ufficio Centrale per i Beni Librari, che
collaborò con lui negli ultimi anni della stesura dell’ultimo volume dell’Annuario delle
Biblioteche Italiane, che uscì, ben tre anni dopo la morte di Ettore Apolloni, solo grazie
all’interessamento del Prof. Sisinni. Ci ha raccontato il loro impegno in questa avventura che ha visto la realizzazione di un Volume che a tutt’oggi è ritenuto importantissimo per le Biblioteche Italiane. Ci ha raccontato come la conoscenza di un uomo come Ettore Apollonj abbia segnato il suo cammino di futuro Dirigente dei Beni Librari. L’entusiasmo di entrambi nel realizzare qualcosa di davvero importante

La Dott.ssa Simonetta Buttò, Direttrice della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di
Roma lo ha ricordato come Presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), carica
da Lui ricoperta fino al 1979, quando decise di lasciare per raggiunti limiti d’età. Periodo importante in cui ha regalato suo sapere alle attività di questa importante Associazione.


La Dott.ssa Livia Borghetti, Direttrice di alcune tra le più prestigiose Biblioteche romane, tra cui la Biblioteca Baldini, nata come Biblioteca dell'Ente Nazionale per le Biblioteche Popolari e Scolastiche proprio sotto la Presidenza di Ettore Apolloni, lo ha affettuosamente ricordato prima di tutto per la sua stretta parentela da parte materna, come lo “zio Ettore” e solo dopo come funzionario ministeriale, grande persona di cultura.

L’affettuosa chiusura è toccata al nostro Presidente.

Nella prestigiosa cornice di Palazzo Poli e della splendida Fontana di Trevi, fulcro dell’arte e della cultura per la città di Roma, ho imparato qualcosa in più di un personaggio così importante della mia famiglia. Il mio bis-nonno Ettore per me è stato importante rispetto alla mia crescita culturale. L’ho vissuto per soli 6 anni della mia vita, ero una bimbetta alla quale ha insegnato come tenere la penna in mano, anche solo per fare scarabocchi mentre lui, leggeva, studiava, scriveva. La sua presenza negli anni non è stata una ombra ingombrante, è stata invece una presenza di cui andare sempre fiera che mi ha insegnato l’importanza della cultura strettamente legata all’educazione e al saper vivere di ogni individuo. Mi ha fatto comprendere quanto sia importante avere una passione e quanto sia fondamentale per vivere bene la passione per i libri, per la lettura, il rispetto per le pagine scritte da mani esperte, sapienti, da menti che hanno voluto lasciare un segno nel futuro. La sua figura in famiglia mi ha portato ad amare e desiderare di avere sempre una libreria fornita, mi ha portato ad avere un gusto, a saper scegliere e a voler scegliere un mio proprio genere letterario da seguire. Non ultimo mi ha lasciato e regalato l’amore per la penna; quel tenerla in mano, portarla su un foglio bianco e poterne poi ammirare il risultato. Un personaggio come “Nonno” è stato fondamentale per la mia crescita e per la mia passione culturale.
Livia Frigiotti (Apollonj)

FONTANA DI TREVI vista dalla Sala Dante di Palazzo Poli

Le sorelle Renata e Rosabianca Apolloni, Marta Leoncini figlia di Renata, e il Prof. Marcello Teodonio

 La Dott.ssa Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto Nazionale per la Grafica

Interviene il Prof. Marcello Teodonio, Presidente dell'Associazione Ettore Apollonj e amico di famiglia

Il Prof. Francesco Sisinni già Direttore Generale dell'Ufficio Centrale per i Beni Librari, collaboratore di Ettore Apollonj e amico di famiglia

La Dott.ssa Livia Borghetti, Direttrice di alcune tra le più prestigiose Biblioteche romane, tra cui la Biblioteca Baldini

La Dott.ssa Simonetta Buttò, Direttrice della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di
Roma





La scrittrice Alessandra Lavagnino tra il pubblico. (Le Bibliotecarie di Alessandria - Ed. Sellerio)




 La scrittrice Alessandra Lavagnino

 Alessandra Lavagnino con Rosabianca Apolloni

 La splendida Fontana di Trevi vista dalle finestre della Sala Dante - Palazzo Poli


lunedì 5 marzo 2012

Ciao Grande Lucio

Lucio Dalla 1943-2012

Ci sembrava giusto un omaggio a un personaggio importantissimo nel panorama culturale e artistico italiano. 

… e poi Lucio Dalla …
E’ il 1° marzo. Ho altri casini per la testa e non seguo le notizie nella mattina. Poi arriva una persona cara che mi dice “e’ morto Lucio dalla” “mi stai prendendo in giro?” rispondo “no e che lo faccio su una cosa così?”. E quindi è vero e non ho parole. Mi chiedo come sia capitato non stava male. No, anzi stava bene, era in un momento felice della sua vita, forse quindi il migliore e il più sereno. Che dire di un uomo così artisticamente perfetto, cresciuto nel nome dell’arte e della musica vera, canzoni che sono poesie e che resteranno sempre in noi che rimaniamo basiti per una scomparsa così repentina che ci rende irrimediabilmente orfani di qualcosa di importante e grande. L’amore spassionato e la totale dedizione alla composizione, all’espressione libera del proprio genio! Di Lucio Dalla ho amato moltissime canzoni, ho amato la sua collaborazione con personaggi come Morandi e penso che la canzone Vita sia in assoluto la più bella e la più emozionante, solo l’incipit lo dice “vita in te ci credo”. I suoi duetti più famosi con Francesco de Gregori, Ron, la sua lunghissima collaborazione con gli Stadio suo gruppo di appoggio ai concerti e il loro leader Gaetano Curreri. La collaborazione con il Maestro Pavarotti, l’amore per il teatro e per musicare opere teatrali. La collaborazione con il cinema quando Carlo Verdone lo sceglie quale simbolo del suo film forse più famoso e più geniale “Borotalco”. Colonna sonora realizzata sempre con l’appoggio degli Stadio. L’affetto per i giovani e la voglia di scoprire e accompagnare talenti com’è stato per Carone nell’ultimo Sanremo. E poi in assoluto la sua Musica, mai uguale a se stessa sempre innovativa al passo con i tempi ma con una sua originalità intrinseca che la rendeva unica e non assuefatta alla moda del momento. Non nascono e non crescono più geni così nella cultura. Mai una banalità nelle sue canzoni, poesie di cuore, di anima, poesie del mondo. La capacità di passare attraverso una sorta di canzoncina come “attenti al lupo” (che in realtà aveva la sua morale) e la maestria di musicare una opera teatrale, la capacità di creare poi capolavori come cosa sarà, futura, Anna e Marco, Piazza Grande.
Per l’Italia musicale e musicista un punto fermo perso. Anche se sempre resteranno in noi che lo abbiamo vissuto e che abbiamo vissuto con lui e la sua musica, le note di canzoni come Caruso, marzo 1943, l’anno che verrà, Piazza Grande e tantissime altre.

Livia Frigiotti


“… Amo la vita e sono convinto che alla fine di questo primo tempo ci aspetta qualcos’altro, un’esistenza più semplice, dove magari possiamo contemporaneamente in due posti diversi, dove il nostro spirito sarà elevato e libero dalla materialità e quindi potremo essere molto più noi stessi, spirito e anima proprio come eravamo prima di nascere. E saremo felici …” Lucio Dalla

Tratto dal libro “Quella Volta un Angelo – Incontri che cambiano la vita” a cura di Patrizia Ruscio (ed. Paoline).


Il ricordo di Patrizia di quella intervista:
L’ho incontrato a Roma, una mattina d’autunno.
Ci siamo presentati e poi quell’omino, dagli occhi ridenti e il profumo di the verde, mi ha dato un appuntamento telefonico qualche giorno dopo.
Le pareti della mia stanza, in un appartamento di periferia, sono state testimoni silenziose delle sue  parole, fluite nell’arco di mezz’ora. Un tempo breve, eppure capace di smuovere ciò che era immobile da anni.
Si era svegliato da poco dal suo riposo pomeridiano.
Aveva registrato sino a tarda notte e aveva visto le luci dell’alba ascoltando musica classica.
Pierino e il Lupo di Prokofiev era un’opera a lui cara, e amava ascoltarla spesso.
Ha cominciato l’intervista parlandomi del suo sentirsi un uomo come tanti,  una foglia di un albero mossa dal vento, identico agli altri e senza particolari privilegi.
Questo pensiero gli ha sempre dato una grande energia perché l’idea dell’albero, Lucio, l’ha sempre portata con sé, diventando il cantautore della normalità, e regalandoci quelle canzoni in cui tutti ci siamo, in qualche modo, identificati e l’abbiamo amato.
Ha sempre creduto e difeso l’importanza degli incontri. “Una persona incontrata a un certo punto della vita è un segnale che la vita di dà, qualcosa che va oltre la caducità del momento”.
Un incontro per lui fondamentale, è stato quello con Roberto Roversi, uno dei più grandi poeti del Novecento.
Aveva una libreria frequentata dai più grandi intellettuali italiani. Lucio andava lì e incontrava i grandi nomi della cultura. “Non facevo niente, semplicemente guardavo e cercavo di imitare la loro serietà e la loro scrupolosità”. Da queste frequentazioni ha imparato la dignità di credere in ciò che si fa e si scrive, perché il pubblico, se così non fosse, se ne accorgerebbe e il ruolo dell’artista perderebbe la sua ragion d’essere. “L’artista è come uno sciamano della società, che cura i dolori quando ce n’è bisogno, che allerta quando occorre farlo, che scuote gli animi quando sente che qualcosa si sta assopendo”.  In fondo alle sue parole c’è sempre stata la fondamentale modestia, di chi ha coscienza e tiene ben presente di essere un ingranaggio e non un motore, ancora una foglia parte del grande albero dell’umanità.
Ci ha salutato sul finire di questo freddo inverno, nel momento in cui la natura si risveglia alla vita, che lui ha amato e celebrato tanto. Era convinto che alla fine di questo primo tempo, ci aspettasse qualcos’altro: “Un’esistenza più semplice, dove magari possiamo essere contemporaneamente in due posti diversi, e saremo felici”. Ovunque tu sia Lucio, che tu possa essere felice insieme ai tuoi amici Enrico, Alda, Pier Paolo che di certo ti hanno accolto con gioia.
Forse ora sarai in tanti posti contemporaneamente, ma di sicuro hai un posto nel mio cuore e in quello di chi si è lasciato accarezzare dalla tua musica.

Patrizia Ruscio