Villa Apollonj

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venerdì 16 agosto 2013

Giornata della memoria - 29 gennaio 2013

Presso la Sala degli Specchi del Comune di Frascati ci siamo riuniti (il 29 gennaio 2013) per un ricordo speciale. Abbiamo voluto rendere omaggio a una persona in particolare. Armando Barbante nel lontano 1943, durante la seconda Guerra Mondiale, perse la vita sul fronte del Don in Russia, nella steppa desolata e stretta nella morsa del gelo. Durante quella sorta di confino scrisse lettere appassionate alla sua amata fidanzata, Silvana Filipponi, che intanto aspettava il suo ritorno proprio a Frascati. Armando era un cittadino frascatano, uno stimato insegnante di lettere. Scrisse anche lettere alla sua famiglia, lettere all’amata madre per cercare di tranquillizzarla, sempre promettendo che sarebbe finita presto. Ma non conosceva il suo triste destino. Non sapeva che non li avrebbe più riabbracciati. Sicuramente quelle lettere erano anche la sua speranza per resistere in quel gelido inverno senza alcun conforto. Quelle lettere arrivate dall’altra parte del mondo alla sono state conservate dalle famiglie e le stesse hanno acconsentito che se ne leggessero parti. Parti che dimostrano tanti particolari, la vita di quei tremendi giorni, la censura, il regime che li obbligava a scrivere che andava tutto bene e non gli mancava niente. Gli mancava tutto invece.
Il suo corpo non tornò mai dalla Russia, fu seppellito in una fossa comune, ma qui fu fatto un funerale con tutti gli onori.
Le parti lette sono state scelte dal Presidente, Marcello Teodonio e affidate alla voce esperta di Gianni Bonagura, che con estrema delicatezza e commozione ci ha resi partecipi della vita di Armando.
Una memoria tutta nostra a dire il vero, perché Silvana Filipponi, al ricevimento della notizia ufficiale della morte di Armando Barbante, fu chiesta in sposa dal primogenito di Ettore Apollonj, Gustavo. E da qui nasce la nostra famiglia. Io sono Livia, la prima nipote di Silvana e Gustavo e custodisco le lettere di Armando in un cofanetto di velluto rosso così come me le ha affidate nonna.

Dedicato ad Armando e Silvana





















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